Become A Donor

Become A Donor
Lorem Ipsum is simply dummy text of the printing and typesetting industry.

Contact Info

684 West College St. Sun City, United States America, 064781.

(+55) 654 - 545 - 1235

info@zegen.com

Architettura e Arte

LA BELLEZZA DELLA NOSTRA CHIESA

L'Arte e l'Architettura di San Cristoforo

La chiesa più antica è un’aula chiusa da un’abside semicircolare. L’arco romanico a tutto sesto si lascia ancora intuire, forzatamente adattato al culmine dell’arco a sesto acuto del ‘300.

La copertura attuale a cassettoni cela quella originaria a capriate. La semplice facciata a capanna è ornata da un ricco portale in cotto quattrocentesco, con mensole antropomorfe in marmo bianco, da un rosone gotico a raggi intrecciati di grande pregio e dagli stemmi dei Visconti, di Milano e quello col cappello cardinalizio e il sole radiante tra le stelle, del cardinale Pietro Filargo da Candia (1339-1410), vescovo di Milano e poi pontefice (antipapa) con il nome di Alessandro V.

Originariamente doveva avere un semplice portale sopra il quale si apriva un oculo ancora leggibile all’interno.

Chiesa antica

La facciata della Cappella Ducale, che secondo il gusto milanese del periodo indugia nella conservazione di modelli artistici tardogotici, presenta un portale affiancato da due alte monofore e sormontato dagli stemmi visconteo e milanese.

I resti degli affreschi ancora leggibili lasciano immaginare la ricca decorazione policroma e la vivacità iconografica con cui il complesso si presentava al viandante o al pellegrino nei secoli del suo splendore.

L’interno è partito in due campate con volte a crociera.

Il Campanile con cuspide a cono cestile e monofore, l’unico di questa foggia conservatosi in Milano pressoché autentico, è realizzazione del XV secolo che insiste sul manufatto romanico.

Sostieni la nostra missione e contribuisci alla crescita spirituale della comunità di San Cristoforo.

Con il tuo generoso contributo, costruiremo insieme un futuro ancora più luminoso di fede e condivisione.

L’interno del complesso dal 1625 si presenta nell’attuale articolazione in due navate in seguito all’apertura dei due grandi archi nel muro che separava le due chiese.

Vi si conservano tre pregevoli statue lignee: la più antica è un san Cristoforo del sec. XIV che campeggia nella navata di sinistra, mentre un san Giuseppe del tardo sec. XVI è posto su una mensola nei pressi della bella porta quattrocentesca in cotto (si tratta probabilmente di una finestra rimossa) che dà accesso alla sacristia nella navata destra. Entrambe sono menzionate da sempre.

Una seconda statua lignea di san Cristoforo del XVI secolo, opera di grande pregio di artista lombardo attualmente nella Cappella Ducale, è dono recente di Felicita Frai in memoria del nipote.

Sul retro della sacristia s’innesta la così detta “cappella dei morti”, edificata in occasione della peste manzoniana, durante la quale, riprendendo l’antica vocazione, il complesso di san Cristoforo servì da Lazzaretto.

Una parola sulla mensa eucaristica. In assenza di notizie sull’altare originario si è provveduto di recente a realizzare un’opera che, pur provvisoria, non fosse casuale.

La macina richiama il tema del Mulino mistico, che si diffuse dai secoli centrali del Medioevo fino al ‘500. Una prima e più antica lettura vi vedeva la rappresentazione della macinatura del grano buono dell’Antica alleanza da parte di san Paolo per produrre il fior di farina della Nuova alleanza; interpretazione che tiene stretti i riferimenti alla Parola di Dio e all’Eucaristia. Ma il tema fu ampiamente ripreso dai movimenti di riforma successivi, significativamente attestati a Milano, che concentrarono una forte attenzione spirituale sul Cristo stesso che si offre nel pane e nel vino eucaristici passando dalla macina e dal torchio della sua passione.

In questa prospettiva la lettura è dunque più puntualmente concentrata sul mistero della transustanziazione che la macina o il torchio rappresentano.

La struttura d’acciaio, sobria ed essenziale, regge un’imponente lastra di ardesia, intonsa come vuole Esodo 20,25.