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Affreschi della Cappella Ducale

AFFRESCHI

La Cappella Ducale

In facciata si riesce ancora a leggere una teoria di Santi del XV secolo. Al centro s’intuisce l’incontro di Maria con Elisabetta.

La controfacciata è stata fatta oggetto di un importante intervento di restauro che, oltre a permettere di apprezzarne adeguatamente la qualità, ha consentito di approfondirne la conoscenza storico-artistica. Nel registro inferiore abbiamo la Crocefissione e nel secondo registro la Madonna in trono affiancata da due santi. Alla destra di chi osserva è san Cristoforo, alla sinistra sant’Antonio abate sotto il quale stanno due committenti inginocchiati. È uno dei rari affreschi dei primi del Quattrocento lombardo accompagnati dalla firma dell’autore: Bassanolo de Magistris.

La firma sulla base del trono, variamente attestata, è ormai quasi completamente illeggibile, ma è stata precisamente rilevata e documentata dall’intervento di restauro conclusosi nel 2012. Si tratta di un maestro che, al tempo di realizzazione dell’opera nel 1405, si mantiene fedele alla cultura pittorica e formale del secolo precedente.

Più esattamente occorre parlare di una bottega famigliare di cui si possono riconoscere chiaramente almeno due mani, ove quella più felice e più aggiornata, forse del figlio, è certo quella che ha realizzato sant’Antonio e san Cristoforo. Coerenti con la stesura della Crocifissione i due santi vescovi nei riquadri laterali.

Controfacciata San Cristoforo
Due figure di santi vescovi inseriti in riquadro nella prima campata sono riferibili alla stessa esecuzione dell’affresco di controfacciata. Nella prima campata, quasi illeggibile sopra la grande finestra, anche un Cristo entro la mandorla, successivo agli affreschi della controfacciata, ma debitore di modi tardo giotteschi. Degli affreschi quattrocenteschi nelle volte della prima campata, solo due sono ancora parzialmente leggibili; uno raffigura presumibilmente l’Adorazione dei Magi e l’altro i Sette Dormienti di Efeso.

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Un’ulteriore Crocifissione tardo-quattrocentesca è ancora apprezzabile sulla parete di fondo, malgrado le mutilazioni dovute all’istallazione di un altare monumentale oggi felicemente rimosso; richiama l’arte degli Zavattari a Monza. L’opera doveva essere notevole e di grande impatto, basti immaginare l’effetto dello sfondo, sia che fosse un bleu intenso sia che, come parrebbe, fosse oro. Ad essa sono collegabili le due figure laterali della seconda campata che ne riprendono l’incorniciatura di gigli bianchi.

Degna di particolare nota per la qualità della fattura e per la devozione di cui è da sempre fatta oggetto, la Madonna con Bambino – nei modi del Luini – che polarizza l’attenzione nella Cappella Ducale.

Un san Rocco di mano popolare e ingegno mediocre, molto più tardo, occupa un ampio spazio della parete destra della seconda campata.